Camelie japoniche che in serra hanno conservato le loro caratteristiche

  •  Camellia Japonica " Tricolor Florentina "
  •  Camellia Japonica " Giuseppina Mercatelli "
  •  Camellia Japonica " Anemoneflora Rubra "
  •  Camellia Japonica " Alba Lineata "
  •  Camellia Japonica" Auguste Delfosse "
  •  Camellia Japonica  " Barni Vera "
  •  Camellia Japonica  " Bellina Major "
  •  Camellia Japonica  " Laciniate "
  •  Camellia Japonica  " Marchese Natta "
  •  Camellia Japonica  " Parksii Vera "
  •  Camellia Japonica  " Praeclara "

Lady Hamilton, Caserta e la

Camelia “Atroviolacea”
Gianmario Motta, Società Italiana della Camelia, Vice-Presidente
Nicola Tartaglione, Architetto in Napoli, conservatore di Villa Porfidia
A Recale, presso Caserta, nell’antico giardino dei Duchi di Guevara, è stato trovato un esemplare di C. Japonica a fiore rosa-viola, identificata dagli appassionati locali con il nome di “Atroviolacea”, antica e rara varietà. L’articolo ricostruisce la storia del giardino di Recale e valuta le possibili identificazioni della varietà; è una versione (non una semplice traduzione)  dell’originale inglese pubblicato dagli stessi autori nell’International Camellia Journal 2003.
Recale e i Duchi di Bovino
Il giardino di Recale conta quattro secoli. Per questa ragione, facciamo precedere l’analisi della “Atroviolacea” da alcuni cenni  storici.
Il palazzo di Recale, costruito dai Duchi di Bovino, eredi degli originali feudatari Suardo, nasce intorno alla torre sull’antico tracciato della via Appia, a cui, probabilmente ad inizio Settecento, è aggiunta la residenza[1]. E’ un edificio di taglio aristocratico, su due piani, con uno scalone adornato di gruppi scultorei classici. Il piano nobile, caratterizzato da una suite di sale affrescate, conserva i soffitti originali, realizzati con travi lignee e ricoperti di papier paint, ed i pavimenti in cotto dipinti ad imitazione del marmo.
Recale è fisicamente adiacente e storicamente collegata alla Reggia di Caserta. A metà Settecento, Carlo di Borbone, figlio del re di Spagna Filippo V, nipote del Re di Francia Luigi XIV, conquistato il regno di Napoli e, con un’eccezionale serie di costruzioni, inizia a trasformare Napoli in una capitale sullo stile di Parigi. Sono di quegli anni la Reggia di Capodimonte, il Teatro San Carlo e appunto, la Reggia di Caserta.
Nel 1752 Luigi Vanvitelli progetta il giardino di Caserta e, durante i lavori, riceve più volte l’invito a pranzo da parte del “Generale dei Gesuiti a Recale” (il palazzo di Recale è abitato allora dai gesuiti).
Negli anni Settanta e Ottanta, le duchessa Anna Maria Suardo, proprietaria di Recale, è dama di compagnia della regina Maria Carolina. Grazie alle sue relazioni, Anna Maria ottiene nel 1781 un decreto di Ferdinando IV di Borbone, che concede a titolo gratuito l’uso delle acque del giardino della Reggia di Caserta, che la duchessa convoglia a Recale con un acquedotto, la cui cisterna ancora oggi esiste nel giardino.
Nel 1786, John Graefer, grazie ad una presentazione di sir Joseph Bank, è nominato Giardiniere della Regina Maria Carolina, che era, come abbiamo detto, in stretti rapporti con la Duchessa di Bovino. Lord Hamilton era il supervisore del giardino. Nel 1786 una camellia fu piantata nel Giardino Inglese ed é (forse) ancora viva, come si rileva dalla foto del bollettino dell’anno scorso. Esiste quindi una certa convergenza fra il giardino dei Duchi di Recale il Giardino Inglese di Caserta e la camelia.Pe runa storia più completa si veda l’articolo sullo International Camellia Journal.
In questi stessi anni la camelia è introdotta nel giardino inglese di Caserta. Da Caserta la passione per le camelie si irradia nei giardini nobiliari di Napoli, dove molte sopravvivono in perfetta salute (Spinelli 1996, 2002).
Emma Hamilton
Una persistente tradizione locale sostiene che Emma Hart, poi Lady Hamilton (1766-1815), abbia parte nell’introduzione della camelia in Italia. Emma è prima amante poi moglie di William Hamilton, ambasciatore di Sua Maestà Britannica, ed è celebre non solo per la sua folgorante bellezza ma anche per avere  rivoluzionato l’abbigliamento femminile, introducendo uno stile più naturale, con abiti neo-classici e senza parrucca, che accompagna l’avvento del romanticismo e dello stile neoclassico e la scomparsa dell’ultimo rococo (Figura 1)
 

 
Figura 1 Emma Hamilton (Lady Lever Art Gallery, Port Sunlight: 1790-91 "Emma Hamilton as Bacchante")
Nel 1786 Emma arriva a Napoli e diviene famosa per le sue attitudes: in un breve spettacolo dato ad un nucleo sceltissimo d’aristocratici, assume pose plastiche, impersonando figure mitologiche, eroine del teatro greco od immagini decorative di vasi antichi. Emma incontra e frequenta il re e la regina, entrambi amici dei duchi di Bovino. Questo dà credibilità alla tradizione orale, trasmessa dai Duchi di Bovino alla famiglia Porfidia, attuale proprietaria di Recale, che afferma che Emma teneva a Recale un giardino di sensitive.
Goethe  descrive Emma in un passo famoso nella sua lettera del 16 marzo 1787: “Il cavaliere Hamilton (…) dopo tanto amore per le arti, dopo tanto studio per la natura, ha finito per rinvenire un vero capolavoro di natura e di arte, in una bellissima giovane, un’Inglese di vent’anni all’incirca, che tiene presso di sé. Le ha fatto fare un costume alla foggia greca, il quale le sta stupendamente; ella si scioglie i capelli, prende due scialli, e si presenta in una serie di posizioni, di atteggiamenti, di gesti, che a vederla si crederebbe sognare. Si vedono in realtà, l’una dopo l’altra, quelle pose plastiche, quelle posizioni, che tanti e tanti artisti si studiarono a riprodurre nelle loro statue, nei loro dipinti. Ora sorge in piedi, ora s’inginocchia, ora siede, ora si corica, ora assume aspetto serio, ora malinconico, ora ironico, ora delirante, ora di penitente, ora di civetta, ora minaccioso, ora accorato; e tutto ciò di seguito, rapidamente. Sa variare ad ora diversa, espressione e le pieghe dei suoi veli; sa pure formarsi con queste acconciature per il capo le più svariate. Il vecchio cavaliere tiene il lume, e si abbandona con tutto l’animo alla contemplazione di quello spettacolo. Trova in  quella giovane tutti i pregi dell’arte antica, il profilo delle monete siciliane, e quello pure, io credo, dell’Apollo del Bel Vedere. Vuolsi ad ogni modo ammettere, che il passatempo non è d’indole volgare. Abbiamo passato già due sere a godercelo noi pure”
In seguito, d’Espinchal descrive le Attitudes più dettagliatamente:
“Dopo un pasto eccellente (….) ci furono le danze fino all’inizio del teatro. Mi sono molto divertito a guardare una danza detta Tarantella, che aveva molto del fandango spagnolo. Le signorine Amici, borghesi napoletane, estremamente graziose, la ballavano splendidamente, ma è Mme Emma Hart, che è una delle creature più belle che io abbia mai visto. Nessuno sa quale fosse la sua condizione quando l’ha trovata il cavaliere Hamilton. Evidentemente è per far piacere al suo benefattore, che è un grande amante delle arti e delle antichità, che Madame Emma Hart ha imparato a posare in vari atteggiamenti. Veste abiti di foggia greca o romana, si adorna di fiori o si copre con un velo, e così abbigliata crea uno spettacolo vivente dei capolavori dei più celebri artisti dell’antichità greca. È assai gentile, e si è esibita al nostro piccolo gruppo. Dovreste averla vista per comprendere fino a che punto la sua incantevole figura ci abbia fatto godere della malia dell’illusione. Se io fossi il cavaliere Hamilton passerei in rassegna tutto l’Olimpo attico; vorrei vedere spesso Ebe e Venere e le Grazie, ogni tanto Giunone, e, molto di rado, Minerva. Per variare il mio piacere, uno sfarzoso boudoir mi dovrebbe offrire un’appassionata e tenera Cleopatra che dà il benvenuto a Marco Antonio e, di tanto in tanto, una capanna silvestre mi dovrebbe mostrare Alcibiade che se la spassa con Glicera.”
George Romney dipinse Emma come una statua greca. Frederick Rehberg, pittore e storico al servizio del Re di Prussia, eseguì dal vero dodici disegni di altrettante “Attitudes”. Nel 1794, incisi da Tommaso Piroli, i disegni furono stampati a Roma e raccolti in volume.
Il giardino di Recale
Il giardino di Recale, esteso su 1,5 ettari, è un bell’esempio di giardino all’italiana parzialmente trasformato in giardino romantico.
Il giardino si sviluppa all’interno dell’antico recinto (antecedente al 1780) ed incorpora il preesistente bosco di lecci, dedicato alle battute di caccia. Sul confine del giardino, vicino al muro di cinta, sorge una torre cilindrica, che un volta fungeva da cisterna dell’acquedotto borbonico. La parte centrale del giardino è modellata secondo uno schema all’italiana, con un corridoio di filari di Agapantus, con muri coperti di rose, limoni, con Taxus baccata centenari, potati a cilindro, e con un lungo viale, detto viale degli ombrellini, formato da bossi potati che intervallano panchine. La transizione romantica del gusto, indeciso tra regola e deroga, si riflette nella piantumazione, in mezzo ai quadrati del giardino italiano, di una gigantesca Canfora e dell’albero dei Tulipani, con la prescrizione di lasciarli crescere “spontaneamente e senza potatura”; analogamente, il bosco delle battute di caccia diviene passeggiata meditativa, con panchine e peschiera; infine, sono introdotte Sensitiva e Camelia. Il gruppo di Camellia japonica comprende le varietà “Anemoniflora rosea”, “Atroviolacea”, “Comte de Gomer”, “Francesco Ferruccio”, “General Pescetto”, “Sacio”.
   
 
Figura 2  Pianta del giardino di Recale (arch. Musone)
 “Atroviolacea”: descrizioni e identificazioni
La “Atroviolacea” di Recale è piantata sotto la chioma di una grande Magnolia grandiflora. La pianta, matura, è perfettamente sana e fiorisce piuttosto profusamente, benché all’ombra. Il fiore, di colore rosa-magenta, tipicamente ottocentesco, è di media dimensione, semi-doppio, peoniforme. La fioritura ha un’alta percentuale di sport variegati, con strisce bianco-rosa chiare su fondo rosso vino, che all’ombra vira al rosa-magenta (fi). Con la maturazione, il fiore scurisce sino al viola. Le caratteristiche rilevate sono riassunte in tavola 1.
                                   
Figura 3 Camellia japonica“Atroviolacea” fotografata a Recale sulla pianta

 
Figura 4 Camellia japonica“Atroviolacea” fotografata a Recale sulla pianta
La denominazione “Atroviolacea” compare in descrizioni fra loro diverse. Una prima descrizione è di Courtois. Una successiva descrizione del Colla è ripresa da Berlese in due edizioni. Il confronto delle descrizioni porta a concludere che Berlese e Courtois si riferiscano, con probabilità, a varietà diverse. Le caratteristiche della “Atroviolacea” di Recale si accordano parzialmente con la descrizione del Courtois, ma non con quelle di Berlese. Le “Atroviolacea” hanno avuto popolarità fra il 1833 e il 1857, quando compare l’ultima citazione, relativa appunto al Giardino Inglese di Caserta. La popolarità è limitata: p.e. la ”Atroviolacea” non è citata nella lista di circa 200 varietà dell’almanacco 1847 Le Bon Jardinier, un testo diffuso su giardinaggio e piante. Un’ultima descrizione, non riportata nel Register, si legge in manuale pubblicato a Milano nel 1926 da Hoepli: in un elenco di varietà compaiono una descrizione di “Atropurpurea Nova”, quasi identica a quella del Berlese, ed una di “Atroviolacea”, che ricorda invece la descrizione del Courtois (si veda la Tavola 2).
Conclusioni
I dati raccolti indicano un collegamento fra gli antichi proprietari di Recale, i Duchi di Bovino, i Borboni di Napoli e Lady Hamilton. Tuttavia, la “Atroviolacea” di Recale non sembra l’esemplare descritto da Berlese, mentre evidenzia una certa comunanza con l’esemplare descritto da Courtois. Inoltre la “Atroviolacea” é nominata a proposito giardino inglese di Caserta. E’ quindi possibile che l’esemplare di Recale discenda da piante dell’Ottocento, piantate a Napoli o nei dintorni di Caserta. Tuttavia, l’età e l’origine dell’esemplare di Recale restano ignoti, non avendo documenti sul giardino, andati dispersi con l’estinzione dei Duchi di Bovino.

Lady Hamilton, Caserta e la

camellia “Atroviolacea”  parte 2

Gianmario Motta, Società Italiana della Camelia, Vice-Presidente

Nicola Tartaglione, Architetto in Napoli, conservatore di Villa Porfidia

 

Tavola 1  – Scheda descrittiva

Specie Camellia japonica Varietà “Atroviolacea”

CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE

Fiore

Forma

Anemoniforme

Diametro cm

7,5-8

Profondità cm

2,5

Dimensione

Media

Petali

Numero 40

Forma Ellittico-cuoriforme

Superficie Piana

Margine Lineare

Colore Rosa violetto, con nervatura scure, macchie bianche irregolari apicali

Stami

Numero  ---

Disposizione  ----

Colore filamenti  ---

Colore antere  ---

Petaloidi

Numero 30-35

Disposizione arruffata al centro, peoniforme-anemoniforme

Variegature

Tipo --

Colore

Altre caratteristiche

Sport variegati e semidoppi  piuttosto numerosi; perule n.ro 8

Foglia

Lunghezza cm

7

Larghezza cm

4

Indice fogliare (lungh/largh)

1,75

Forma

Lamina

Apice

Margine finemente seghettato, 5 punte per cm

Colore

Pagina superiore

Pagina inferiore

Altre caratteristiche

Picciolo cm 1

ESEMPLARE OSSERVATO

Località

Parco dei Duchi di Bovino, Recale (Caserta)

Altri riferimenti

 

Dimensioni

Circonferenza tronco ca 75 cm, diametro ca 25 cm

Altezza pianta ca 5,5 m

Diametro chioma ca 2-3m

Portamento

Eretto

Fioritura

Media

Altre caratteristiche

Piantata sotto una Magnolia Grandiflora, all’ombra quasi completa;

Colletto con diametro circa 60-70 cm

NOTIZIE STORICHE E BIBLIOGRAFICHE

 

Origine

Gran Bretagna

 

Anno costituzione

1833

 

Costitutore

Non noto

 

Sinonimi

Atroviolacea Rubra’, ‘Atroviolacea Plena’, ‘Atroviolacea Serni’, ‘Atropurpurea Nova’.

 

Descrizione originale

Courtois, 1833, Magazin d’Horticulture, 1[pt.D]: 315 ”A semi-double cultivar,  9-10 cm across, of intense rose colour, marked with rare, white streaks. The corolla of many petals, the outer disposed alternatively in 3-4 rows, regular, round-oval; those of interior, few, small, irregular, folded diversely”.

 

Ulteriori citazioni

  • Berlese, 1837, Monographie, Vol. 1: Flower large, regular, well formed, clear red and afterwards deep; petals of exterior rounded, acuminate; those of the center narrower, eloganted, distorted and acute

  • Le Camelie, Hoepli, Milano nel 1926, p.126

  • Spinelli, Villa Porfidia  in:  I giardini segreti di Napoli fuori le mura (The secret gardens of Naples out of  the walls), Liguori Editore, Napoli 1996, pp 329-359

 
 

TAVOLA 2 – CONFRONTO DELLE DESCRIZIONI

   

Rilevazione

Courtois  (1833)

Berlese (1837)

 

Fiore-forma

Peoniforme.

Per una descrizione più dettagliata si veda la scheda

Semi-double [tuttavia la descrizione sembra riferirsi ad un fiore anemoniforme]

Fiori quasi pieni.

Calice con iscaglie ovato-rotondate, le inferiori scariole, le superiori metà più grandi e quasi membranacee.

Sepali superiori molto più grandi, ovato oblunghi, bianchicci col margine alato, quasi diafano, rosseggiante. 

Corolla di molti petali, gli anteriori disposti alternativamente in 3-4 ordini, regolari, ovato-rotondati, quasi intieri, gl’interiori più piccoli, irregolari, diversamente piegati, tutti intensamente rossi, raramente con macchie bianche.

Stami pochi, anteriferi. 

Stili quasi abortivi. 

 

Fiore-dimensione

7,5-8 cm

9-10 cm 

9-10 cm

 

Fiore-colore

Magenta

Intense rose, marked with rare, white streaks.

Intensamente rosso, raramente con macchie bianche

 

 

 

Le camelie d’oro

by Gianmario Motta Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. , Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Vice Presidente della Società Italiana della Camelia e Director della International Camellia Society, ha visitato più volte lo Yunnan e lo Sichuan, considerati lo scrigno botanico delle piante ornamentali, percorrendo in jeep quasi 10.000 km ed esplorando sistematicamente le foreste di camelie spontanee.  Ha compiuto viaggi di documentazione in Vietnam del Nord e in Giappone. E’ autore di vari articoli sulle camelie su riviste internazionali. E’ professore di ruolo alla Facoltà di Ingegneria di Pavia ed è incaricato al Politecnico di Milano e alla Università di Lecce.

Camelie e camelie gialle

Grande parte delle camelie coltivate sui mostri laghi in Italia sono varietà ottenute in coltivazione della Camellia japonica. Recentemente, si sono diffuse anche varietà di Camellia sasanqua, a fioritura autunnale ed invernale. Nella percezione comune, il fiore della camelia è bianco, rosa (con infinite gradazioni) o rosso, omogeneo o screziato. Quindi poche specie botaniche, molte varietà, una grande diversità di forme fiorali ma una limitata gamma di colori.

Allo stato naturale, le camelie offrono un panorama completamente diverso. Le specie sono molto numerose (duecentocinquanta), i colori includono il giallo e il diametro dei fiori arriva sino a 15 cm.

Più che dai grandi fiori, botanici e collezionisti sono attratti dal fiore giallo. Il fascino di una camelia d’oro è innegabile. Come è il fiore della camelia gialla? Dove si trova? Si può coltivare in Italia? Sono queste le domande cui vogliamo rispondere in queste righe.

La regioni delle camelie gialle: Vietnam e Cina

Le camelie spontanee vivono solo in Estremo Oriente. Il Giappone ospita quattro specie spontanee cioé la Camellia japonica, ovvero la camelia per antonomasia, la Camellia sasanqua, ovvero la camelia che fiorisce in inverno nei nostri giardini, la bianca Camellia oleifera, molto simile alla sasanqua, e la profumata Camellia lutchuensis. La grandissima maggioranza delle camelie spontanee e la totalità delle camelie gialle vivono in Cina e Vietnam.

Nonostante la numerosa colonia francese residente in Viet Nam dalla metà del Settecento, le camelie sono descritte solo nel 1888 da  Pierre, poi nel 1910 da Pitard e nel 1943 da Gagnepain, che classifica 28 specie. Dopo quaranta anni di guerre con Francia e Stati Uniti, nella seconda metà degli anni Novanta alcuni botanici, fra cui Rosmann, attirano l’attenzione sulla flora del Viet Nam. Nel 1998, sull’International Camelia Journal sono pubblicate ben sette nuove specie di camelie del Vietnam. Nel 2002 le specie censite in Viet Nam ammontano a 50 (sulle circa 250 del genus Camellia) di cui 28 esclusive.

Insieme con la Cina, il Viet Nam è la patria delle camelie gialle. Infatti ne conta 15[1] specie, di cui 8 esclusive. Le camelie sono prevalentemente distribuite sulle montagne del Nord, al confine con la Cina, a quote sino a 1.000 metri, su terreno vulcanico o limestone. Un’altra zona potenzialmente ideale ma ancora poco studiata sono gli altipiani centrali, con terreno vulcanico e altitudine sino a 3.000 metri(Figura 1). Menzioniamo infine la Birmania settentrionale, affine alla Cina, ancora poco esplorata per varie vicende politiche. 

                          

Come in Cina, le camelie seguono una distribuzione altimetrica. Nelle pianure intensamente sovra popolate sopravvivono solo camelie coltivate - fra cui la camelia da te (Tabella 1).

Foresta tropicale sempreverde

La maggior parte delle camelie cresce nel sottobosco, al terzo ed ultimo livello prima del suolo

In questa foresta si trova p.e. la C. petelotii (gialla)

Foresta su limestone

Le foreste che crescono sulle colline sono un tipo di foresta sempreverde

La flora non è calcifuga

Le camelie gialle (C. flava, C. cucphuongensis, C. aurea) spesso crescono lungo torrenti o vallette

Foresta secondaria sempreverde

Foresta disturbata dall’azione umana

In questa foresta si trovano p.e la C. rosmannii (gialla) e la C. amplexicaulis  (rosa-rossa)

Aree coltivate: si trovano solo specie coltivate

Per il Te: C. sinensis var. assamica

Per l’olio: C. oleifera, C. vietnamensis

Per i fiori: C. japonica, C. amplexicaulis

Tabella 1 Distribuzione delle Camelie nel Nord Viet Nam (rielaborato da (1)

Nelle regioni pedemontane, la foresta secondaria sempreverde e la foresta su limestone (arenaria e simili), pur inquinata da piantumazioni per riforestazione, conservano camelie spontanee. Nella foresta secondaria, i due strati superiori di vegetazione non sono continui, e talvolta sono sostituiti da una o  due essenze delle piantagioni di riforestazione (Pinus e simili); quindi la illuminazione è maggiore (Figura 3). Le valli pedemontane sono colonizzate dalla flora portata dall’uomo. Nella foto della valle percorsa da un fiume quasi asciutto (siamo nella stagione secca) si notano banani e varie alterazioni del paesaggio (Figura 4). Il disboscamento e gli impianti di contadini e monaci possono però disseminare camelie nelle radure, come la bella Camellia tamdaoensis piantata lungo il sentiero (Figura 5).

L’ambiente caratteristico della camelia spontanea è la foresta primaria, che in Vietnam ho incontrato alle medie quote (800m ed oltre). Un esempio di foresta montana si trova a Tam Dao, a 70 km a nord di Hanoi, lungo il confine cinese. Essa è formata da Fagacee, Magnoliacee, Hammelidacee, Lauracee, Theacee (incluse camelie) distribuite sui tre strati degli alti fusti, medi fusti, sottobosco. Le camelie si trovano nel sottobosco e vivono nell’ombra quasi completa (Figura 2).

Gli esemplari di Camellia da me osservati in Viet Nam sono isolati. L’isolamento probabilmente rispecchia una fase d’estinzione. Infatti, con quasi 80 milioni di abitanti su 329.000 km quadrati, il Viet Nam è al limite della sovra-popolazione. L’espansione delle aree coltivate e il prossimo inquinamento conseguente alla meccanizzazione dell’agricoltura, alla industrializzazione ed alla urbanizzazione altererà nei prossimi anni le aree non protette con la quasi certa scomparsa delle specie locali.

Figura 2 Foresta Primaria (800-1.000 m di quota, area di Tam Dao)

Figura 3 Foresta Secondaria (300 m di quota, area di Tam Dao)

Figura 4 Valle pedemontana zona di Tam Dao

Figura 5 Camellia tamdaoensis

Concludiamo con alcuni cenni sulla Cina. Grande parte delle specie di camelie gialle vivono nelle regioni sud-occidentali del Guanxi. Altre specie crescono nella zona sud-orientale dello Yunnan e del Guizhou. Come si nota dalla cartina qui sotto, queste aree sono adiacenti al Viet Nam (Figura 6) e presentano caratteristiche orografiche analoghe, con basse montagne e vegetazione sempreverde Per fortuna delle camelie e di altre specie botaniche, lo Yunnan è relativamente poco popolato, con soli 30 milioni di abitanti su una superficie di circa 400.000 kmq. Sono ancora presenti grandi foreste a media quota nella zona sud-occidentale (Banna) e, ad alta quota, nella zona nord-occidentale (Shangri-la).

                   

Il clima e l’ambiente della camelia gialla

Il clima tipico della camelia gialla è quello della foresta tropicale. Consideriamo l’esempio del parco di Tam Dao, a 70 km da Hanoi (Vietnam). Collocato a 21° N, abbraccia un arco di 80 km di montagne al confine cinese, con una superficie di 360 kmq. La montagna più elevata (Dao Bac) sale a 1.529 metri. Il clima, rilevato a 900 metri di altitudine, è molto piovoso e relativamente fresco. Le caratteristiche montane di Tam Dao risaltano nel confronto con Nanning, altra area di camelie gialle, con clima molto più caldo. Kunming, capitale dello Yunnan, dotata di clima eccezionalmente mite, esemplifica una situazione limite, dove le camelie gialle resistono ma non si riproducono (Tabella 2).

 

Tamdao

(Viet Nam)

Nanning

(Guangxi, Cina)

Kunming

(Yunnan, Cina)

Altitudine m

900

----

1700

Temperatura media annua

18.0 C°

22 C°

14.8 C°

Temperatura massima

max estrema 33.1 C°

28.5 C°

19.9 C°

Temperatura minima

min estrema -0.2C°

13.5 C°

7.8 C°

Precipitazioni annue (mm)

2.630

1.000-1.800

991.7

Giorni di pioggia

193.7

---

----

Massima precipitazione giornaliera[2]

299.5

----

----

Umidità relativa media (%)

87.0% minima 60.0

97%

72%

Evaporazione annua (mm)

561.5

   

Tabella 2 Confronto climatico

La eccezionale piovosità e il clima mite, insieme con il regime monsonico delle piogge, determinano una stagione di crescita e fioritura “anomala”. Le camelie gialle, infatti:

  • Vegetano in inverno, in una stagione relativamente secca, reagendo alla diminuzione della luce e della temperatura (si guardi la foto di Figura 5, scattata a capodanno che evidenzia la nuova vegetazione colore rosso,), distinguendosi da altre camelie della zona monsonica (come la stessa Camellia japonica) che invece vegeta in primavera;

  • Fioriscono in autunno-inverno, in modo scalare.

Da queste caratteristiche comportamentali, sommate al contesto climatico si estrapola un paradigma delle esigenze della camelia gialla che tracciamo qui sotto:

  • Terreno con composizione analoga a quella richiesta da altre camelie, ma sempre umido e senza ristagni d’acqua.

  • Illuminazione: da ombra a pieno sole (esigenza comune a tutte le camelie tropicali)

  • Regime climatico:

    • Temperatura minima sempre sopra zero (anche se le camelie gialle resistono a brevi periodi di freddo intenso ed anche alla neve);

    • Inverno asciutto (moderatamente) ed estate molto piovosa, in quanto la umidità modera la evaporazione (si veda il clima di Tamdao

     

 

Dalla Camellia chrysantha alla Camellia innominata

Nel 1965, all’inizio della Rivoluzione culturale, il professor Hu, descrisse una nuova specie di camelia gialla, trovata nel Guangxi, e la chiamò Camellia chrysantha, per il colore oro del fiore. Oggi riclassificata come Camellia nitidissima, divenne subito un caso internazionale. Nel 1966 fu organizzata una spedizione e semi e margotte furono portati a Kunming, ma gli studi furono interrotti dalla Rivoluzione culturale sino al 1973. Nel 1977-78 la Camellia chrysantha fiorì per la prima volta a Kunming e il polline fu usato per ottenere ibridi. Nel frattempo, gli studiosi cinesi iniziarono a esplorare sistematicamente le foreste sud-orientali della Cina scoprendo decine di nuove specie gialle. Anche a me è capitato di descrivere una specie nuova, con un fiore giallo reaktivamente grande, che, igmorando se fosse stata già catalogata, ho provvisoriamente battezzato Camellia innominata e che oggi è inserita nella guida di Parks e Gao (2005).

Nelle pagine successive sono riportate le foto. Do qui sotto una selezione delle specie osservate nei viaggi in Vietnam e Cina. Le tabelle e le foto danno alcune indirette indicazioni sul potenziale ornamentale delle camelie osservate [1].

Le camelie gialle sono certamente affascinanti. Il colore giallo è attraente. Inoltre i fiori non sono perulati, ed il bocciolo, libero dal verde, pare una gemma o un grano d’oro. I fiori di alcune specie sono attraenti per forma, colore. I petali cerosi e spessi sono resistenti e non marciscono (nel clima del Viet Nam e della Cina).

Il loro comportamento ornamentale, almeno negli esemplari che hi visto, è però alquanto diverso dalla Camellia japonica, che possiamo considerare la camelia per antonomasia. In primo luogo la forma piuttosto tozza non compete con la figura aggraziata delle migliori varietà di camelia. Inoltre la foglia, grande in assoluto (12-18 cm contro i 8-12 cm della japonica) e quasi enorme rispetto al fiore (5 cm contro gli 8-14 cm della japonica), può apparire sproporzionata. Interessanti invece il colore, spesso verde chiaro e  lucido, e la tessitura l foglia, profondamente nervata e bullata. Infine la fioritura è piuttosto scalare, con pochi fiori per volta, più rada delle più generose varietà di Camellia japonica (p.e.”Lavinia Maggi”) e di molte specie spontanee che iniziano ad essere importate in Italia (p.e. Camellia cuspidata).

Il limitato potenziale ornamentale delle camelie gialle ha spinto molti vivaisti a tentare la ibridazione, cercando di conservare il fiore giallo e di migliorare le caratteristiche di portamento e sopra tutto la rusticità. Tuttavia, non abbiamo notizia di ibridi di successo.

 

Camellia cucphuongensis

Camellia crassiphylla

Camellia  petelotii

Riferimento

Ninh & Hakoda, 1998

Non trovate né descritte capsule e semi

Ninh & Hakoda, 1998

Non trovate né descritte capsule e semi

Sealy, Kew Bulletin, 1949

In Hung Ta –Bartholomew (1984) non è menzionato il colore

Pianta

Alberello 3-5 metri

Alberello 3-5 metri

Alberello 3-5 m (stima)

Foglia

(osservazioni dirette)

cm 6-12 cm x 2.7-4.5 cm

Foglia enorme (da cui il nome) 17.3-25.1cm x 9.1-13.0 cm

Foglia; cm 10-12 x 4 ca  (stima)

Fiore (osservazioni dirette)

Colore oro, medio-piccolo, forma semidoppia e campanulato, diametro 4-5 cm ca

Buon numero di petali (fino a 24) disposti in modo imbricato, con un arrangiamento a coppa rovesciata dalla forma regolare e inusuale

Fiore carnoso e resistente. 

Colore oro, piccolo, diametro 4-4.3 cm ca, quasi incospicuo rispetto alla foglia

Colore oro, piccolo, semidoppio, diametro 4-6 cm

Fiore carnoso, eccezionalmente resistente (1-2 giorni reciso)

Colore più forte rispetto alla C. nitidissima

Esemplari osservati

Esemplare all’ingresso del Cucphuong National Park a 500 m slm

Si dice viva su suolo calcareo.  

Esemplare nella foresta di Tam Dao, a circa 600-800 m slm (stima), in piena foresta, sottobosco (3°  livello), arenaria, quasi al buio

Esemplare ad un’altitudine di 950 m in zona esposta a Nord-Ovest, Parco di Tam Dao, quindi fresca, umida e riparata dai venti dominanti

Potenziale ornamentale

Potenziale ornamentale medio, prossimo a C petelotii

Apparentemente limitato  potenziale ornamentale, dato il fiore piccolo.

Apparentemente alto  potenziale ornamentale, dato il fiore medio, di tipo semi doppio.

 

Camellia  tamdaonesis

Camellia “innominata”

Riferimento

Hakoda, 2001 (la descrizione non ci risulta pubblicata)

Descritta da Motta (2002) sulla base di un ramo fiore reciso mostrato al convegno di Tamdao; catalogata per la prima volta in Gao J., Parks C.R., Du Y (2005).

Pianta

Alberello di medie dimensioni, simile alla C nitidissima

Non osservata

Foglia

(osservazioni dirette)

Foglia simile alla C. nitidissma (= nervata, bullata, lancelolata)

Osservazioni su ramo reciso: cm 21ca x 9 cm ca; picciolo 3 cm ca

Fiore (osservazioni dirette)

Colore giallo-zolfo, piccolo, 4-6 cm

Osservazione su esemplare reciso : colore oro, dimensione media, semidoppio, diametro 8-9 cm ca

Esemplari osservati

Esemplare probabilmente coltivato, zona di Tam Dao, a 300-400 m slm, in piena luce, su arenaria; altri esemplari osservati in ombra

Secondo le informazioni raccolte, scoperta probabilmente fra il 1999 e il 2000, montagne di Tam Dao, quota prossima a 1000 m slm

Potenziale ornamentale

Limitato  potenziale ornamentale, dato il fiore piccolo

Apparentemente alto  potenziale ornamentale, date la dimensione medie del fiore e la forma, quasi semi doppia

 

 

Camellia  nitidissima

Camellia  impressinervis

Riferimento

Gao J., Parks C.R., Du Y. (2005)

Gao J., Parks C.R., Du Y. (2005)

Pianta

Piccola pianta sempreverde, alta 2-5 metri

Piccola pianta sempreverde, altezza sino a 4 m.

Foglia

(osservazioni dirette)

Verde medio, molto bullata, grande , lunga 11-17 cm, lanceolata o stretta-oblunga

Voglia molto incisa (da cui il nome) ellittica, lunga 12-22 cm, larga 5-8,5 cm

Fiore (osservazioni dirette)

Giallo puro, medio-piccolo, diametro 4-5cm, con petali spessi, quasi cerosi

Giallo meno intenso della Camellia nitidissima, diametro 4-5cm

Esemplari osservati

Honk Kong; Kunming (giardini botanici)

Honk Kong;  Kunming (giardini botanici)

Potenziale ornamentale

Fiore piuttosto duraturo; moto belli gli stami, talvolta tendenti al rosso; fioritura rada, poco appariscente; le pianta coltivate osservate hanno circa 15-20 anni di età, sono cespugli medi, con portamento espanso

In coltivazione è molto simile alla Camellia nitidissima conla quale è facile confonderal; il fiore è troppo piccolo rispetto alla foglia.

 

Figura 7 Camellia cucphuongensis

Figura 8 Camellia crassiphylla

Figura 9  Camellia petelotii

Figura 10 Camellia tamdaoensis (fiore)

Figura 11 Camellia “innominata”

Figura 12 Camellia nitidissima - fiore

Figura 13  Camellia nitidissima - pianta

Figura 14 Camellia impressinervis

Camelie gialle per i nostri giardini?

L’acclimatazione della camelie gialle è una incognita. La camelie gialle vivono in una zona esente dal gelo. L’Italia meridionale offre zone simili, come ad esempio l’arcipelago napoletano. Tuttavia, oltre alla temperatura, va considerata la umidità. Una introduzione graduale in serra e in climi miti potrebbero permettere, forse, la acclimatazione all’aperto.

La camelia gialla più disponibile è la C. nitidissima, in vendita in Giappone presso il vivaista Inazawa e presso le grandi nurseries americane. Alcuni semi, da noi importati in Italia, sono germinati. Alcune piantumazioni sperimentali sono anche in Europa, per esempio nel parco di villa Durazzo Pallavicini a Genova. Sono invece da sperimentare la C. petelotii, i cui semi potrebbero essere disponibili, essendo la specie nota da tempo, e la C. cucphuongensis, i cui semi non sono nemmeno stati descritti.

In conclusione, la camelia gialla si presenta, come la orchidea tropicale, una curiosità da serra. Molto più promettenti appaiono, a mio avviso, le specie frigo-resistenti e a fioritura quasi-continua scoperte recentemente alle alte quote (3.000 metri) delle montagne della Cina occidentale.

Riferimenti

  1. AAVV, Tam Dao National Park, Agricultural Publishing House, Hanoi 2001

  2. AAVV , First National Symposium on Yellow Camellias of Vietnam (Proceedings of), Tam Dao, Viet Nam, Jab 8-10, 2002

  3. Chang H., Bartholomew B., Camellias, Batsford, London, 1984

  4. Tran Ninh, Camellia cucphongensis, International Camellia Journal, 1998, p.71

  5. Tran Ninh, Camellia rosmannii, International Camelia Journal, 1998, p.74

  6. Tran Ninh, Naotoshi Hakoda, New Species of genus Camellia from Viet Nam, International Camellia J

 

 

Collezione di Antiche Camelie dell’Ottocento.
"Villa di Campiglia".
Censimento e riconoscimento delle Antiche Camelie esistenti in Italia fino al 1900.
Oltre 645 cultivar di Camellia japonica attualmente riconosciute.